Nel piccolo gruppo di case a Cagolino oggi ci vivono pochissime persone, ma la sua identità non è scomparsa e anche le persone che vi sono nate e vissute sono ancora molto legate al luogo. Chi ci abita ancora nutre anche una speranza: pare che proprio in questi ultimi mesi alcune persone giovani stiano comprando casa e decidano di trasferirsi a Cagolino. 

Molto vicino a Montefabbri, sulla strada che la collega a Pontevecchio, Cagolino si presenta come un nucleo di piccole case, una chiesetta, un piccolo forno pubblico, un lavatoio pubblico in pietra, dotato di due vasche ed una struttura adibita a bagni pubblici. Difficile datare tutto questo, ma più importante è immaginare che è stato un microcosmo di storie, come, appunto, che fino al secondo dopoguerra si cuocesse insieme, che ci fosse un bagno comune perché non tutti avessero un bagno in casa e che la convivenza portasse anche a storie di amori e tradimenti e che per gelosia finissero nel sangue, come ancora si racconta sottovoce. Cagolino, o Ca’ Golino, nasce come la villa del castello, in cui abitava parte della popolazione di Montefabbri che non aveva più spazio all’interno delle mura. La località deve il suo nome all’antica famiglia Ugolini, signori del luogo, che a fine ‘500 commissionarono la graziosa cappella dedicata alla Beata Vergine, in origine decorata ad affresco, che venne demolita e riedificata nel 1638

La antica chiesetta di Santa Maria di Cagolino oggi in non ottime condizioni contiene sul piccolo altare l ‘ icona della Madonna che protegge col suo manto il popolo ed anche il committente. Si sa che la chiesa fu voluta dalla famiglia Ugolini nel 1593 e riedificata qualche decennio dopo.  Dovevano sentirsi protetti gli abitanti che hanno dedicato del tempo a tenerla pulita e a preservarla dai danni delle intemperie, e nella quale venivano celebrate 4 o 5 messe il giorno della natività (8 settembre); oggi ormai non si celebrano più funzioni da tempo.